18 giugno 2009

La traduzione coranica

Posted in Traduzione testi sacri a 07:32 di carla87p

IL CORANONel mondo islamico la questione della traduzione del Corano emerse molto tardi. I musulmani, infatti, non avevano mai sentito l’esigenza di tradurre il loro testo sacro in una lingua diversa dall’arabo, la lingua usata da Allah per dettarlo a Maometto, e non erano affatto propensi a farlo. Si temevano e si temono fraintendimenti, tanto che ogni tentativo di traduzione è considerato equivalente ad un tradimento del significato originale.

La Parola di Allah è inimitabile, il suo messaggio non può essere modificato ma deve essere tramandato in modo identico a quello in cui è stato dato secondo le regole dettate. Secondo la tradizione islamica il Corano riporta esattamente le parole che Dio ha affidato al Profeta che era analfabeta e che quindi ha recitato le parole divine che solo in seguito sono state trascritte. Non è considerato, quindi, semplicemente un testo ispirato, ma opera diretta. Una traduzione letterale del Corano equivarrebbe a pretendere di competere con Allah.

L’avversione dei musulmani nei confronti della traduzione non sta a significare che il libro sacro era ed è riservato soltanto ai nativi di lingua araba: i musulmani volevano diffondere la loro religione, ma non erano per quetso disposti a rischiare di esporre ad interpretazioni scorrette il sacro testo. Sono stati ammessi comunque dei commentari che pur non potendo sostituire il Corano stesso, ne possono favorire la comprensione da parte dei non arabofoni.

Anche tra i musulmani non arabofoni iniziò a diffondersi l’esigenza di leggere il testo coranico nella loro lingua madre. La prima traduzione non Occidentale del Corano fu fatta in persiano. Il traduttore in quetsione non si limitò a tradurre il testo, ma lo fece seguire da un trattato, sempre in persiano, sulle regole che aveva seguito nella traduzione del testo.

La pubblicazione della prima traduzione turca del libro sacro dell’Islam, ha riaperto il dibattito sulla necessità e validità di una traduzione che si è concluso con il consenso non ad una traduzione letterale, ritenendola assolutamente impossibile, bensì ad un commento che spiegasse il significato delle sure, affiancato dal testo originale. In segito tutte le traduzione presentarono la caratteristica comune di essere accompagnata dal testo originario in arabo.

Benchè non venga attribuito un valore sacro alle traduzioni, esse sono comunque caratterizzate da grande accuratezza. I traduttori-interpreti tendono ad emulare stilisticamente l’originale, nonostante non fosse affatto facile rendere con esattezza nelle lingue occidentali la complessità del lessico arabo e le innumerevoli sfumature dei vocaboli.

Negli ultimi anni in Arabia Saudita il re Fahd ha promosso traduzioni del Corano in tutte le lingue del mondo islamico, però anche queste traduzioni sono ammesse solo a scopo didattico e non possono mai sostituire a fini liturgici il testo originle in arabo.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

17 giugno 2009

La traduzione luterana

Posted in Traduzione testi sacri a 10:26 di carla87p

LuteroL’esigenza di traduzione dei testi sacri dei Cristianesimo divenne sempre più forte fino agli anni della riforma protestante e non soltanto per diffonderli e renderli comprensibili anche a coloro che non conoscevano il latino, in quanto erano già state scritte diciassette versioni tedesche della Bibbia. Perchè, allora, una nuova traduzione in tedesco? Le varie traduzioni nelle diverse lingue non erano state facili: i traduttori avevano incontrato notevoli difficoltà nel rendere nella loro lingua determinati concetti.

Lutero intraprende il progetto di una nuova traduzione in tedesco della Bibbia, partendo non dalla Vulgata di San Gerolamo, ma dal testo greco ed ebraico proposto da Erasmo da Rotterdam, che riteneva maggiormente aderente al testo originario: il fine di Lutero era di eliminare fraintendimenti e di tornare ad una versione originaria dei testi sacri, eliminando quanto nel corso dei secoli era stato aggiunto, tolto o reinterpretato.

Lutero sceglie di ridare libertà alle parole, e quindi propone una traduzione libera, se pure all’interno di determninati limiti. Inoltre se da un lato cerca di eliminare quanto poteva essere stato modificato più o meno volontariamente nel corso del tempo, dall’altro non vuole affatto sacrificare la comprensione da parte dei lettori. Fu la scelta di concentrarsi più sul pubblico che sulla fedeltà al testo, che valse a Lutero la scomunica papale.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

Traduzione in lingua slava

Posted in Traduzione testi sacri a 09:58 di carla87p

cirilloemetodioAnche la traduzione in slavo è di notevole importanza non soltanto dal punto di vista dell’evangelizzazione, ma anche e sprattutto per il suo valore politico e culturale.

Gli Slavi della Moravia desideravano un predicatore che potesse istruirli e svolgesse le pratiche religiose in lingua slava anzicchè in latino, lingua che essi non conoscevano. La Chiesa d’Oriente aveva inviato preso di loro Cirillo e Metodio, due fratelli, a cui è attribuita la traduzione dei Vangeli e degli altri libri liturgici cristiani in lingua slava.

La traduzione realizzata non fu letterale: i due missionari non si limitarono a tradurre ma in alcuni casi apportarono delle modifiche. Le devianze dall’originale furono dovute anche alle notevoli difficoltà incontrate nel corso della traduzione: fu necessario creare un alfabeto da utilizzare. Benchè i due fratelli ne inventarono uno nuovo, il cirillico o glacolitico, è verosimile che i missionari non crearono ex novo l’alfabeto, ma diedero piuttosto una forma definitiva alla scrittura slava già esistente. Alla traduzione biblica è legata, dunque, anche la nascita della cultura e della letteratura slava.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

La traduzione gotica

Posted in Traduzione testi sacri a 09:34 di carla87p

UlfilasL’opera di Ulfila può essere considerata più che una traduzione fedele un adattamente sia dal punto di vista contenutistico che lingistico. Nonostante la coscienza di tradurre un testo sacro, Ulfila volle rendere il tetso biblico più rispondente alle esigenze culturali del suo popolo, tanto da eliminare un intero libro, il Libro dei Re, il cui contenuto era considerato eccessivamente bellicoso. Ritenendo poco opportuno che i Goti, popolo bellicoso per natura, leggesse questo libro, egli antepose, non soltanto in questa circostanza, alla sacralità del tetso l’esigenza di riadattamento culturale, tanto che la sua traduzione non fu mai accettata dalla Chiesa.

La traduzione di Ulfila costituisce il primo testo in gotico, l’inizio della letteratura di un popolo. L’opera di traduzione non dovette essere affatto un’impresa facile. Innanzitutto Ulfila dovette inventare un vero e proprio alfabeto, l’alfabeto gotico. Egli inventò dei caratteri che erano simili per lo più a quelli greci, ma alcuni si rifacevano a lettere latine e runiche. Il valore sacrale dell’opera contribuì ad aumentare le difficoltà di traduzione. Notevoli furono le difficoltà a livello lessicale, Ulfila infatti estese il vocabolario gotico ricorrendo a prestiti semantici, dando a termini già esistenti nuovi significati. Ricorse anche alla creazione di sostantivi composti e derivati, in altri casi, non esistendo termini simili li prese direttamente in prestito dal greco.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

Traduzioni nelle parlate locali

Posted in Traduzione testi sacri a 08:49 di carla87p

Con la disgregazione dell’impero romano il  latino perse il ruolo di lingua franca e si affermarono le parlate locali, il che ebbe come conseguenza l’esigenza di leggere e comprendere il testo biblico nelle varie parlate locali. Ciò avrebbe potuto portare al sorgere di un numero sempre maggiore di testi tradotti, che avrebbero rischiato di allontanarsi sempre più dai testi originari.

La scelta di tradurre testi sacri creò dissidie all’interno della Chiesa Cattolica: la chiesa d’Oriente era a favore, la Chiesa d’Occidente era contraria. All’esigenza di vari popoli di poter disporre di testi nella loro lingua, la Chiesa rispondeva permettendo al massimo la realizzazione nelle diverse parlate locali di commentari esplicativi, che potevano accompagnare e spiegare i testi sacri ma non sostituirli.

Le uniche lingue in cui le Sacre Scritture potevano essere scritte erano l’ebraico, il greco e il latino, ossia le lingue in cui era stata  scritta l’iscrizione posta sulla croce di Gesù. Considerata la posizione della Chiesa, è naturale che ogni traduzione che mirasse a sostituire quella canonica latina, fosse considerata eretica.

Una delle prime traduzioni europee in una lingua diversa dal latino fu quella Ulfila, vescovo dei Goti, di tradizione ariana, in quanto non accettava la dottrina della Trinità. La traduzione in gotico, così come quella in slavo di Cirillo e Metodio, riveste un’importanza fondamentale nella formazione culturale del popolo cui era destinata.

Ulfilia, Cirillo e Metodio attraverso l’opera di evangelizzazione contribuirono rispettivamente alla nascita della lingua, letteratura e cultura gotica e slava.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

La Vulgata di San Gerolamo

Posted in Traduzione testi sacri a 07:34 di carla87p

St JeromePer la disorganicità dei testi tradotti e per le difficoltà di comprensione da parte dei fadeli, il papa Damasio invitò San Gerolamo ad un’accurata revisione dell’Itala rifacendosi direttamente al testo ebraico per l’Antico Testamento.

Gerolamo era un traduttore di professione, egli infatti unì la sua professionalità e la sua fede per realizzare un’opera fedele all’originale, ma anche adeguata stilisticamente e linguisticamente al contenuto. Gerolamo, infatti, non soltanto corresse gli errori più palesi, ma si preoccupò di conferire una certa eleganza alla lingua, quasi del tutto trascurata nelle versioni precedenti. Per rispettare la sacralità del testo originario, quando possibile, Gerolamo mantenne anche l’ordine delle parole, che aveva secondo lui una valenza sacrale e poteva contenere significati reconditi.

Gerolamo propose inoltre la propria riflessione teorica sulla traduzione. Egli evidenziò il fatto che una traduzione letterale e perfetta era impossibile e che bisognava quindi optare ogni volta per una traduzione bella ma distante dal testo originale o letterale ma brutta da un punto di vista linguistico e spesso priva di significato o difficile da comprendere. Prendendo come maestro Cicerone, Gerolamo sceglie di tradurre in modo libero, pur mantenendo il significato generale. Compito del traduttore è di “impossessarsi” del significato del testo originale per poi renderlo più o meno liberamente, ma comunque in modo adeguato nella lingua d’arrivo.

Parzialmente diversa è la sua posizione nei confronti della traduzione dei testi biblici: trattandosi di testi sacri, si temeva di inficiare la sacralità del testo che era in ogni parola ed anche nella posizione stessa delle parole. Bisogna, dunque, rispettare quanto più possibile il testo originale senza incorrere però in un eccesso di letteralità.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

16 giugno 2009

Le due versioni della Bibbia in latino: l’Afra e l’Itala

Posted in Traduzione testi sacri a 12:01 di carla87p

La volontà e l’esigenza di diffondere il testo sacro divenne ancora più forte dopo l’avvento del Cristianesimo: i Cristiani, molto più degli Ebrei, miravano a diffondere la parola di Dio e lo Spirito Santo aveva dato agli Apostoli la missione di divulgare la parola di Dio in tutte le lingue del mondo e quindi li autorizzava a tradurre i testi in altre lingue.

L’impero romano si era esteso notevolmente e conseguentemente il latino era diventato la lingua più diffusa, la nuova lingue franca che andava a svolgere il ruolo appartenuto alla Koinè, la lingua greca ellenistica.

Le due versioni della Bibbia erano,  l’Afra e l’Itala, entrambe non adeguate per motivi diversi: la prima era priva di uniformità stilistica e di omogeneità contenutistica e presentava molte indecisioni; la seconda in diversi passi risultava del tutto incomprensibile essendo estremamente letterale.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

Il Trattato Sopherim

Posted in Traduzione testi sacri a 11:06 di carla87p

Il rispetto per la sacralità del testo e la consapevolezza del pericolo insito nella traduzione non vennero mai meno, tanto da sentire l’esigenza di comporre opere di riflessione sulla traduzione stessa, come il Trattato Sopherim che stabilisce le regole per tali traduzioni: il traduttore deve tradurre un versetto alla volta; i profeti tre versetti alla volta.

Il traduttore, a differenza del profeta, non è considerato ispirato: egli deve limitarsi ad una traduzione quanto più possibile letterale, priva di ogni interpretazione personale. Il profeta, divinamente ispirato, può cimentarsi in una traduzione più libera, in quanto nella sua opera non è guidato dal proprio ingegno, ma da Dio stesso.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

Le traduzioni della Bibbia e la Settanta

Posted in Traduzione testi sacri a 10:30 di carla87p

La Bibbia, testo sacro dell’Ebraismo e del Cristianesimo, è il libro più diffuso nel mondo. Nel corso del tempo, dalle prime traduzioni ad oggi, ci si è avvalsi si metodi e approcci traduttivi diversi, in relazione alle teorie e ai destinatari dell’opera di traduzione.

Se la Bibbia si è tradotta in così tante lingue e perchè, si è scelto di permettere ai numerosi fedeli di fruire del loro testo sacro liberamnete e personalmente. Una delle prime traduzioni di questo testo in una lingua diversa dall’ebraico fu realizzata in lingua greca ad Alessandria d’Egitto, all’interno della Biblioteca. Nonostante l’apertura dell’Ebraismo alla divulgazione del proprio testo e alla sua traduzione, non fu mai perso di vista il problema della sacralità.

L’incarico di realizzare questa traduzione in greco, nota come Bibbia dei Settanta, venne affidato a settanta uomini, che in settanta giorni avrebbero presentato, in modo a dir poco miracoloso, delle traduzioni assolutamente uguali, segno che l’opera era stata divinamente ispirata.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

I testi sacri del Buddhismo

Posted in Traduzione testi sacri a 09:12 di carla87p

buddha

Il Buddhismo non è una vera e propria religione, ma piuttosto una filosofia di vita. I testi sacri del Buddhismo costituiscono il resoconto fedele delle parole del Buddha riguardo vari argomenti dottrinali e disciplinari, trasmesso dapprima in forma orale e poi redatto in forma scritta.

Nonostante ciò non vi è mai stato un rifiuto di diffondere tali testi anche in altre lingue.  Secondo la dottrina del Buddha, i suoi insegnamenti devono essere raggiungibili e fruibili facilmente da tutti. La traduzione quindi è stata lo strumento principale per la diffusione della dottrina, anche se non senza difficoltà.

La traduzione di testi sacri era qualcosa di nuovo, tanto che per lungo tempo si andò da traduzioni assolutamente letterali a vere e proprie parafrasi. Nonostante i pessimi risultati iniziali, i testi buddhisti si cintinuarono a tradurre. Ciò non significa che sacralità e fedeltà non fossero considerate importanti dai Buddhisti, tanto che questi , rendendosi conto che la metodologia fino ad allora utilizzata non garantiva buoni risultati, ricorsero ad una traduzione letterale. Neppure questo metodo portò a risultati positivi. Un punto d’incontro tra le due metologie si ebbe soltanto quando il monaco indiano Kumarajiva elaborò dapprima una vera e propria teoria della traduzione e ne propose poi una libera cercando, però, di non stravolgere il significato del testo originale.

Bibliografia:”Tradurre i cocci di Babele” A. Di Sparti

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